Avanti e indietro da Londra verso “l’altra parte” per stare con Hitchens e poi stabile, a Brooklyn. I reportage, i romanzi, la curiosità politica e la scossa letteraria che gli inglesi hanno vissuto come un tradimento
C’è qualcosa, qualcuno di scomparso, di smarrito, all’origine dell’allontanamento di Martin Amis dall’Inghilterra, in particolare dalla sua Londra. C’è l’estinguersi doloroso di un’amicizia e dei suoi significati, provocato dalla morte prematura del compare Christopher Hitchens, che non era un collega ma un fratello, raccontava storie diverse dalle sue, ma condivideva fino al midollo quello che era uno stile di vita. Ragionare, dire, esporsi, provocare, attaccare, capire, godere di questa empatia dinamica, trasfonderla in un edonismo scapigliato, rincorrere la vita nell’èra Thatcher, sorpassarla nei pub di Londra, nelle capitali europee, negli appartamenti, nelle stazioni e negli aeroporti. L’America per Chris e Martin è l’altra faccia della Luna, il completamento del discorso, il termine di paragone, l’eterno ovest da esplorare. E, ancora, è l’America assaporata da chi ha vissuto questa fissazione nel secondo Novecento, con la distanza a fatica colmabile, le dimensioni incomprensibili, i suoi stimoli talmente fulminei da sembrare elettrici.