Nella cura del melanoma in stadio avanzato, l’immunoterapia ha prodotto risultati mai visti prima. Non per tutti però e, come sempre, c’è spazio per migliorare. Per esempio, premendo il pedale dell’acceleratore del sistema immunitario grazie all’aggiunta di un vaccino terapeutico a mRna personalizzato. Una strategia che ha attirato l’attenzione perché ha visto l’entrata di Moderna, l’azienda diventata famosa per uno dei vaccini contro Sars-Cov2, nell’arena della lotta ai tumori. Gli studi che stanno valutando l’efficacia di questa combinazione sono in corso e siamo ancora alla cosiddetta fase 2, cioè una fase in cui i pazienti sono pochi e si guarda al rapporto rischio-beneficio più che all’efficacia, ma i dati accumulati cominciano a far vedere quale potrebbe essere l’azione finale. Alcuni di questi erano già stati svelati nei mesi scorsi, ora ne arrivano di nuovi in occasione del congresso dell’American Society of Clinical Oncology: rispetto al solo pembrolizumab (una molecola immunoterapica ampiamente usata in questi pazienti), la combinazione delle due terapie porta a una riduzione della formazione delle metastasi a distanza o del rischio di morte del 65%.