domenica, Maggio 28, 2023
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La bicicletta ringiovanisce. Salite e cotte al Giro d’Italia di Antonio Bonini

“Una cosa in comune io e Eddy Merckx ce l’abbiamo: alla Milano-Sanremo del 1978 dalle parti di Tortona siamo finiti insieme con altri due o tre nella stessa scarpata”

Giro d’Italia 1977. Nona tappa, la Lucca-Pisa, 29 chilometri a cronometro: “La mattina Luciano Pezzi, il nostro direttore sportivo alla Fiorella, ci riunì. Oggi per voi – comandò – è una giornata di riposo. Vi voglio invece vedere domani – aggiunse – davanti in salita sulla Cisa e, ancora meglio, davanti nel finale a Salsomaggiore. Capito? Capito. Indietro in classifica, fui uno dei primi a partire. Non m’impegnai, me la presi comoda, ma mi ero svegliato in uno stato di grazia, le gambe giravano da sé, mi bastava guidare la bici. Quando raggiunsi il corridore scattato due minuti prima, mi sorpresi. Quando raggiunsi quello scattato quattro minuti prima, cominciai a pedalare con una certa convinzione. Quando arrivai al traguardo, avevo stabilito il miglior tempo. E il miglior tempo rimase fino a quando sopraggiunse il norvegese Knut Knudsen. Alla fine fui settimo, ma davanti a Baronchelli, Gimondi e Bitossi, e primo fra i giovani. Ero proprio contento. Se poi fossi partito più deciso, magari forse chissà. Così rimasi a parlare con amici e sportivi, poi risalii in bici e tornai in albergo con la squadra a Lucca. La sera, a cena, Pezzi era arrabbiatissimo. E proprio con me. Innanzitutto perché, da primo dei giovani, sarei dovuto salire sul podio, lui mi aveva cercato dappertutto e non mi…


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