È stata la prima donna a fare del tennis un mestiere, la prima stella internazionale dello sport femminile, la prima a introdurre il glamour sui campi
Parigi. Per molti è soltanto il nome attribuito al secondo stadio più importante del Roland Garros dopo il Philippe Chatrier. Ma Suzanne Lenglen è stata soprattutto la più grande tennista francese della storia, la prima donna a fare del tennis un mestiere, la prima stella internazionale dello sport femminile che introdusse il glamour sui campi da tennis. È per tutti questi motivi che Gianni Clerici decise nel 1984 di dedicarle una biografia, “Suzanne Lenglen. La Divine” (Rochevignes), che in Italia uscì soltanto nel 2002: una dichiarazione d’amore a quella che è stata, per il giornalista italiano, la donna più desiderata di Parigi tra il 1920 e il 1927 (gli anni in cui vinse sei volte il Torneo di Wimbledon e altrettante gli Internazionali di Francia), più ancora di Sarah Bernhardt e Joséphine Baker. “Leggera sulla punta delle espadrillas come una ballerina, le avversarie se la ritrovavano d’improvviso a rete, e si battevano da sole pensando che un banale pallonetto fosse sufficiente a superarne la modesta statura. Suzanne, capace di saltar la rete a piedi pari, si librava leggerissima verso l’alto, e non falliva una sola schiacciata”, racconta Clerici.