È iniziato il riposizionamento della vicepresidente in vista della seconda campagna presidenziale dell’anno prossimo. Progetti e critiche: “Voti Biden, ti ritrovi Harris”
Forse ancora più dell’età avanzata pesa sulla ricandidatura di Joe Biden la sua vice Kamala Harris. Nella maggior parte dei casi la scelta del vicepresidente in un’elezione non ha poi così tanto peso, ma nel 2024 le speculazioni sulla salute di Biden, alcune propagandate dall’alt right, conteranno: “Voti Biden, ma ti ritroverai Harris presidente”, per sintetizzare. E la vicepresidente non è molto amata. Raccolti diversi primati quando è stata eletta nel 2020 – prima donna vicepresidente, nonché prima afroamericana e prima indoamericana (la madre è del Tamil Nadu, il padre giamaicano) – in questi anni non è riuscita a imporsi né nel suo establishment democratico né ottenendo l’entusiasmo dell’elettorato, con un indice di consenso del 40 per cento circa. Osteggiata dall’ala sinistra per le sue posizioni rigide sulla marijuana quando era procuratrice distrettuale a San Francisco e poi procuratrice generale in California, da quando è vicepresidente ci sono state diverse emorragie tra il suo staff: i fuoriusciti la descrivono come una persona con cui è difficile lavorare. I compiti che le sono stati assegnati da Biden in questi anni non l’hanno aiutata: si è dovuta occupare della gestione dell’immigrazione clandestina, per dire, dopo le draconiane leggi imposte…